dal sito del 'Banco di Napoli'

Il Presepe del 'Banco di Napoli' - Presentazione

Il Presepe del Banco di Napoli, collocato nella prestigiosa Cappella del Palazzo Reale di Napoli, si compone di 210 figurine fra pastori e animali e di 144 accessori provenienti da prestigiose collezioni private. Tutti i pezzi appartengono al periodo più fulgido dell'arte presepiale.

Alcuni degli esemplari più significativi sono stati modellati da grandi scultori operanti a Napoli fra la metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, quali il Sanmartino, Francesco e Camillo Celebrano, Angelo Viva, Salvatore Franco e loro seguaci.

Il presepe è stato realizzato secondo i moduli della tradizione settecentesca napoletana, che trova spunto dalle pagine del Vangelo.

il presepe del Banco di Napoli


Ammirando la composizione presepiale si può notare la natività sistemata, in ossequio alla tradizione, fra ruderi di un tempio profano con il significato allegorico del trionfo del cristianesimo sul paganesimo.

Inginocchiati ai piedi del Bambino sono posti lo zampognaro, il re giovane (attribuito a Salvatore Franco) e il re vecchio (1797, eseguito da Francesco Viva).

Fanno da cornice alla scena, dalla sinistra, l'angelo con l'incensiere (1764, anch'esso di Francesco Viva) sormontato dall'angelo attribuito al Genzano, gli altri angeli, i puttini e i cherubini.


Da notare poi la scena dell'annuncio particolarmente ricca di personaggi e animali, tutti di pregevole fattura.

Nella scena della taverna si possono ammirare i due straordinari pastori, detti "sciacquanti", seduti a tavola; la donna, attribuita al Sanmartino, l'uomo attribuito al Gori. Si chiude così il corpo centrale della composizione.


Sulla sinistra della taverna, tra uno stretto passaggio nelle montagne, si può intravedere il Vesuvio, presenza ricorrente nei vecchi presepi. Lungo il passaggio si notano figure tipiche ispirate al più spiccato realismo e raffiguranti la vita popolare napoletana, come la coppia di ricchi contadini, la donna recante un cesto di frutta a dorso del mulo (attr. a C. Celebrano), il pescivendolo (attr. a Francesco Cappiello), la castagnara (Attr.: Lorenzo Mosca), l'arrotino (S. Franco).