Il Settecento  ( II parte )

E la più autorevole delle fonti antiche sulla storia del presepe, Pietro Napoli Signorelli, scrive alla fine del Settecento: "...Sontuoso e magnifico in tutte le sue parti era il presepe che
vedevasi in casa del principe d'Ischitella, lodandosi con ispecialità l'eccellenza de' pastori lavorati dà più celebri scultori e la pompa e la ricchezza indicibile del corteo dei magi e la gloria che componevano un tutto per ogni riguardo eccellente. Ma tutto è terminato né credo che alcun frammento più sussista di così splendida suppellettile
"
(cfr. il manoscritto riportato da F. Strazzullo, Tradizioni sacre popolari e scultura del '700 a Napoli, ivi 1968).


20) Ignoto napoletano prima metà sec. XIX, Servetta,
Napoli, Museo di San Martino

Anche l'inventario dei beni del principe, redatto nel 1767, offre lo spunto per una serie di considerazioni sul fenomeno nel suo insieme, la più importante delle quali è legata al cambiamento del significato simbolico del presepe, che allontanatosi progressivamente dalla sua iniziale intonazione mistica, dopo i primi decenni del Settecento si qualificherà come una rappresentazione spettacolare di tono profano, tipica espressione di quella società laica e mondana che lo aveva prodotto.


21) Ignoto napoletano sec. XVIII, Moro,
Napoli, collezione privata

E questi intenti rinnovati legati ad una radice naturalistica che privilegia l'osservazione del reale, insieme all'intima connessione con le esperienze letterarie, teatrali, figurative coeve, sono stati identificati nella loro giusta prospettiva storica soltanto in tempi recenti, anche per la mancanza di insiemi presepiali giunti fino a noi nei loro contesti originari, a causa delle pregressive dispersioni e degli smembramenti delle collezioni antiche già in atto alla fine del Settecento, come lamenta il Napoli-Signorelli.


22) Ignoto napoletano sec, XVIII, Cherubini, Napoli, collezione privata



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