Gli Artefici  ( I parte )

"... e quale e quanta era la schiera degli artisti che questa usanza del Presepe esercitava, pasceva, rinomava! Notissimi sono i lavori di Domenico Antonio Vaccaro, dei duo Bottiglieri, del Celebrano, del Sanmartino e di quegli alunni di lui che furono Giuseppe Gori, ed il Franco ed il Viva" (A. PERRONE, Cenni storici sul Presepe, Napoli 1896).

Queste considerazioni saranno riprese e amplificate da tutta la letteratura presepiale posteriore, fino ai tentativi di ricondurre il discorso attributivo in un inquadramento critico più aggiornato e moderno, negli anni '50, ad opera del Molajoli e del Causa, e agli intendimenti successivi dei Borrelli, del Mancini, ancora del Causa, del Fittipaldi, del Catello.




60/61) Angelo Viva (attr.), Bambino dormiente e retro, datato 1806,
Napoli, collezione Barico di Napoli

A questi studiosi va il merito di aver collocato nella sua giusta dimensione storica il fenomeno presepe, e di aver avviato un discorso critico sugli apporti reciproci tra il presepe e le altre forme della civiltà figurativa e letteraria settecentesca, e infine, di aver iniziato una ricostruzione su basi filologiche degli esemplari giunti fino a noi.

Perché è stato proprio il discorso sulla paternità delle singole figurine, dunque sull'apporto reale degli scultori, che ha creato il distacco di una parte della critica dei nostri giorni da questa forma d'arte così peculiare ed intimamente partenopea, riconducendola nei limiti angusti della definizione di Vanvitelli, per il quale la passione contagiosa dei napoletani per il presepe non era che una "ragazzata".


62) Francesco Viva, Natività, Rilievo in terracotta policroma
(sul retro della tavoletta [img 063] vi è la firma e la data),Napoli, collezione privata



63) Francesco Viva, Natività, Rilievo in terracotta policroma
retro della tavoletta [img 062] con firma e data



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