Roberto De Simone Giulio Einaudi - 1998 - £ 28.000
IL PRESEPE POPOLARE NAPOLETANO


I personaggi (pag. 3)




La Strage
degli Innocenti
Gli
Ambulanti
Il
Ricottaro
Ciccibacco 'e duie
cumpare
Il monaco e
il Pescivendolo
Gli
Angeli
Benino



Le figure del MONACO e del PESCIVENDOLO sottintendono ambigue connotazioni sessuali, come deduciamo dal tessuto favolistico della tradizione. Significato erotico esprime anche la scena del banchetto, che si svolge presso l'osteria.
Nel mondo antico le cene natalizie erano contrassegnate da una dimensione orgiastica, per cui le due immancabili coppie di «sciacquanti» (commensali) sembrerebbero alludere anche a tale connotazione.


Degli ANGELI che fanno corona alla grotta di Gesù Bambino, quello centrale, recante il cartiglio su cui si legge «Gloria in excelsis Deo», è detto la gloria del Padre, quello alla sua destra, con l'incensiere tra le mani, viene denominato la gloria del Figlio; infine, l'angelo detto la gloria dello Spirito Santo è raffigurato in atto di suonare una tromba, e simboleggia il soffio divino della terza Persona della Santissima Trinità.
Ai tre angeli principali se ne possono aggiungere altri due; il primo, munito di dorati piatti metallici, esprime l'osanna del re e del papa (ossia del potere politico e di quello religioso); l'altro col tamburo canta l'osanna del popolo.


ele06- Nicola Somma: Angelo, particolare
Napoli, collezione Cuciniello

ele07- Nicola Somma: Angelo, particolare
Napoli, collezione Cuciniello

Una volta per tali figure il colore degli abiti obbediva ad uno schema canonico fissato dalla tradizione. Vale a dire che l'angelo centrale indossava una veste gialla o dorata; quello di sinistra (il Figlio), una bianca, e quello raffigurante la gloria dello Spirito Santo, una rossa. Le vesti degli altri due erano di colore azzurro o verde.


E infine una figura presepiale che è in diretto rapporto con gli angeli dell'annunzio: BENINO, il pastorello raffigurato in atto di dormire, che, per gli interessanti significati a lui connessi è personaggio di primaria importanza.
Collocato sul punto piú alto del presepe, simboleggia il cammino esoterico verso la grotta, il percorso in discesa attraverso il sogno, il viaggio compiuto da un giovinetto, da una guida iniziatica, da un bambino.
In base a questa raffigurazione il senso del Natale è comprensibile solo mediante un viaggio onirico effettuato con la guida di un animo visionario che sprofonda nel mondo interiore della conoscenza.
Alla fine del viaggio, superate le paure e le varie tappe, tale personaggio, dinanzi alla grotta della Nascita, o della ri-Nascita, può identificarsi col cosiddetto PASTORE DELLA MERAVIGLIA, che, accecato dalla rivelazione, posseduto dionisiacamente dalla luce stessa, non trova parole per esprimerla.

Ed ecco che, quasi come un fujente di Santa Maria dell'Arco in vista del numinoso, egli si abbandona al primigenio gesto di spalancare la bocca per gridare il suono muto e ineffabile della meraviglia al cospetto del meraviglioso.
      Come a dire: chi ha orecchie per udire, oda.


Sk_33: Pastorello dormiente, Napoli, Museo di San Martino,
collezione Perrone. Foto di Ugo Pons Salabelle



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