Pierro Editore, Napoli
Le tradizioni di Natale e il presepe, 1996

Il Presepe
nelle descrizioni di autori italiani

P. D'Onofri:
Elogio estemporaneo per la gloriosa memoria di Carlo III
Monarca delle Spagne e delle Indie (1789)


...con le regie sue mani impastar de' mattoncini, e cuocerli, disporre i soveri...

Non può esprimersi quanto il Re Carlo godeva, in veder sempre occupata la Regina sua Consorte, per esempio delle sue Reali figliuole, in cose tutte adattate al proprio sesso.
Ella in verità sembrava la "Donna forte" della divina scrittura, e la santa Pulcheria dell'Istoria Ecclesiastica.
Non isdegnava ella il fuso, e la conocchia; non l'ago, e la spola; né vergognavasi di fare degli sfilacci, per le piaghe deglI'infermi degli Ospedali, e di cucire, e ricamare sacri arredi così per la Real Cappella Palatina, come per le chiese più povere.
Per variar poi applicazione occupavasi ancora nel fare gli abiti, da vestirne i Pastori, che servir dovevano pel Presepe del Re suo Consorte, il quale n'era divotissimo, come dirassi in appresso; nel colorire altresì i marmi bianchi con quella mistura inedelebile, che fu inventata dal fu Principe di S. Severo, Don Raimondo di Sangro; e nel formar quei vaghi arazzi di diversi colori, fatti di lane spolverizzate, ed attaccate con forte colla sul disegno formatone su le tele: oltre la frequente lettura di libri divoti, e di materie istruttive; per le quali occupazioni la Regina rendevasi l'esempio di tutti, e la consolazione dei Re, suo amato Consorte.

Si accennano le giornaliere occupazioni del fu Re Carlo III, o nel suono, o nel disegno, o nel lavorare al torno, o nell'incidere in rame; e spezialmente nel fare il santo Presepe, per esser Egli divotissimo di Gesù Bambino.

Il defunto Monarca delle Spagne fu di un temperamento così forte, e vivo, che un momento solo non potea vedersi in ozio; e perciò Egli una vana occupazione dopo l'altra sempre bramava, che si sorrogasse. Quindi dopo di aver esattamente adempiuto al suo dovere di Re, con assister ai consigli, con dare udienza, e con determinar gli affari, Egli, per sollevarsi alquanto, occupavasi fuor di casa nella caccia, e nella pesca, come già si disse. In casa poi occupavasi o nel suono ovvero nel disegno o nell'incidere in rame, spezialmente nell'età giovanile; o nel travagliare al torno, ed in altre cose meccaniche; ma in modo particolare per la sua gran pietà occupavasi- nel formare il Presepe, per celebrar con divozione la nascita di N. S. Gesù Cristo.
Era cosa mirabile, e di edificazione grandissima, il vederlo a certe ore sfaccendate del giorno con le regie sue mani impastar de' mattoncini, e cuocerli, disporre i soveri, formar la capanna, architettar le lontananze, situarvi i Pastori, ec., e tener tutto pronto per la sacratissima notte del Santo Natale, che sempre veniva Egli a celebrare in Napoli, quantunque si ritrovasse fuori, siccome accadde in un anno, che ritrovavasi alla caccia in Persano, donde volle di carriera venire in Napoli,. per celebrare la notte della Natività del Signore.

Una divozione sembra, che avesse Egli comunicata non solamente alla regina sua Consorte, come si disse, che occupavasi quasi tutto l'anno in far degli abiti per i Pastori dei S. Presepe, anche per far cosa gradita al Re suo sposo; ma ancora agli amati suoi Reali figliuoli.. Di fatti l'attual Monarca delle Spagne Re Carlo IV è stato sempre portato alla divozion del S. Presepe, per cui da Napoli si ha fatto, e si fa di continuo mandare gruppi di Pastori: ed il nostro Sovrano Ferdinando IV ben sappiamo, quanto sempre o nella Chiesa di Belvedere, o in quella di Caserta, con egual pompa, e divozione, ha celebrato, e celebra un sì divoto, e tenero mistero di nostra redenzione.

(D'Onofri 1789)