I Finimenti  ( IV parte )

A corredo di tanto ben di Dio c'erano le alzate, i piatti, i vassoi, le zuppiere, le brocche di maiolica, delle più accreditate fabbriche del tempo, così come i vetri di produzione locale.

Dai decori e dalle tipologie si risale alla provenienza di queste perfette riproduzioni in piccolo: la fabbrica del Ponte della Maddalena, le manifatture Giustiniani e Del Vecchio (finanche coi decori all'etrusca a figure nere quando l'ondata neoclassica sfiorò il presepe) fino alle manifatture di Cerreto e di Castelli.


80) Manifattura napoletana, sec. XVIII, Chitarra, Napoli, collezione privata

Degni di menzione sono gli strumenti musicali, la cui presenza si giustifica con l'intrattenimento degli avventori della taverna (tipici i personaggi dei Tre viaggianesi, così chiamati dal loro paese di provenienza: un vecchio un giovane e un ragazzo impegnati rispettivamente con un'arpa, un violino e un triangolo); con una serenata sotto il balcone di un casolare da cui si affaccia una giovane donna, con un improvvisato gruppo di musicisti che accompagnano un cantante.
Sono violini, chitarre, mandolini, mandoloni e calascioni oltre a quelli da strada di accezione schiettamente popolare, realizzati in essenze pregiate, con intarsi di avorio e madreperla, da rinomate famiglie di liutai napoletani, che fornivano i più belli tra questi esemplari in piccolo: i Vinaccia e i Gagliano.


78) Manifattura napoletana, sec. XVIII, Spade orientali. Napoli, collezione privata

I differenti strumenti delle Bande dei suonatori mori rientrano poi nella complessa e variegata rappresentazione delle usanze orientali, pretesti inesauribili per la raffigurazione di un esotismo dai toni di favola, un mondo in cui i ricchi notabili e l'eleganza inaccessibile delle georgiane consentono la deprecata ostentazione delle ricchezze del committente.
Così i gioielli in miniatura si impongono come elementi riconoscibili di appartenenza ad uno status sociale e ci danno un'idea delle tipologie allora in voga allo stesso modo degli ornamenti a grandezza naturale, e i Mercati orientali esibiscono le suppellettili d'argento non di rado bollate da orefici conosciuti, caricate sugli animali da soma, o messe in mostra da schiavi e valletti.
Si tratta di una rassegna di vasellame profano che offre lo spunto per immaginare gli scrigni, i vassoi, i bacili in grande, secondo le forme napoletane di quegli anni, dove l'unica concessione al gusto orientale è l'impiego copioso della filigrana.


79) Manifattura napoletana, sec, XVIII, Alabarde, Napoli, collezione privata



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