PERSONAGGI E SCENE DEL '700
Orientale


Sk_38: Orientale, Caserta, Presepe della Reggia.
Foto di Luciano Romano

I personaggi orientali sono rappresentati con dovizia di particolári decorativi, con armi, suppellettili e strumenti musicali facenti parte della loro cultura, con verosimiglianza mescolata ad elementi di fantasia ad accrescerne le caratteristiche di un mondo lontano, con accenti di fiaba.
Un contributo essenziale nella raffigurazione dei numerosi tipi razziali che si ritrovano sul presepe era dato dal teatro coevo che offriva spunti per la conoscenza di realtà così lontane, oltre che dalle mascherate carnevalesche in tema.
La più nota di queste mascherate a soggetto orientale fu quella ispirata al mondo arabo del 1778, che vide la partecipazione diretta dei sovrani: Ferdinando sfilava come capo degli spafiis e Maria Carolina incedeva nelle vesti della sultana del Mogol, creando uno spettacolo sontuoso che ebbe gran consenso popolare, oltre che l'attenzione di visitatori stranieri, e che diventò parte dell'immaginario artistico, anche presepiale, attraverso le dodici incisioni di Moghen.
In questo genere di spettacoli erano rappresentati "tipi" di diverso ceto sociale, fino ai valletti, i portantini e gli schiavi.

L'orientale che qui viene illustrato fa parte dellla schiera dei servitorí, come indica l'abbigliamento piuttosto uniforme di questo ceto sociale: brache rigate o quadrettate, giornea in seta, giubba con semplici ricamí a tinta contrastante.
Viene attribuita a Lorenzo Mosca, che "ebbe una scuola tutta a sé. Innumerevolii furono i pastori in ogni genere da lui fatti, di bellissime fattezze... e con capelli per la maggior parte pettinati e finiti con grazia... altri a cerri aggoffati" - (A. PEPRONE, Cenni storici sul presepe, Napoli 1896).
Il "cerro" è il codino all'occipite che gli oriientali di razza turca portavano a Napoli per distinguersi dai cristianí, in osservanza ad una antica prammatica.


Questa scheda, come le altre qui pubblicate, costituirono un supplemento de "IL MATTINO" da ottobre a dicembre 1994.
In collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli.
A cura di Angela Catello.
Foto: l'autore è indicato nella didascalia