La Scena  ( III parte )

Si trattava di invenzioni ingegnose, in cui le tecniche usate erano desunte dalle "macchine" festive per le celebrazioni ecclesiastiche.
Simili raffinate costruzioni vennero usate in tempi ancora molto precoci: già nel Natale del 1707 il primo viceré austriaco in città si recò ad ammirare il presepe montato nella propria casa dall'architetto Giovan Battista Nauclerio in cui la tecnica di illuminazione simulava lo scorrere delle ore del giorno.


39) AA.VV., Macelleria, Napoli, collezione privata

Erano tanti i presepi che suscitavano "meraviglia", come nel caso dei "mercanti di seta fratelli Ruggiero (che) facevano ogni anno costruire nella loro casa a Seggio di Porto un presepe che incantava colla visione prospettica e lontananza colla copia ed eccellenza delle figure scolpite e modellate da' più celebri professori, con la ricchezza dé vestimenti, cò pezzi di antica architettura che talora v'inserivano, o con campagne sparse di rari edifici rurali e di rapi, e con minutezze naturali ed artificiali di ogni specie per accreditare per tutte le vie l'imitazione. Finché questo splendido presepe proseguì annualmente ad edificarsi fu regolato dal pittore Nicola Fazio"

(P. NAPOLI-SIGNORELLI, Vicende della cultura nelle Due Sicilie VII, Napoli 1811).


40) AA.VV., Osteria di campagna, Caserta, Reggia

Nella Gazzetta di Napoli del 1734 viene ricordato l'architetto Desiderio de Bonis come il responsabile del presepe, e fu lui che condusse insieme ai proprietari la viceregina in visita al celebre presepe del principe di Ischitella.
Nel palazzo di Pontecorvo l'architetto aveva sistemato i vari gruppi in un successione continua, a formare un racconto che si articolava lungo le stanze, le cui finestre convergevano nel cortile.
Quest'ultimo elemento viene riproposto nell'arco del secolo: la scenografia che continua e va ad inserirsi nel panorama reale, attraverso quinte architettoniche o naturali effettuando una illusione di spazialità infinita che sarebbe stato impossibile ricreare in epoche successive, e questa fusione di natura "costruita" e natura "vera" è un artificio di chiara matrice barocca, che verrà usato dai grandi architetti del '700 (si pensi, ad esempio, a Domenico Antonio Vaccaro nel chiostro maiolicato di S. Chiara, tra il '39 e il '42).


40) AA.VV., Osteria di campagna, particolare: Caserta, Reggia



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