La Costruzione del Pastore  ( II parte )

Per il modellato della testina si usa la terracotta policromata; per gli occhi si perfeziona la tecnica del vetrino dipinto, già visibile nella produzione pre-settecentesca. La testa e la relativa "pettiglia" (la parte iniziale del busto) vengono fissate al manichino di stoppa attraverso semplici giri di spago (vedi fig. 29).

Il modellato e la coloritura della testina sono i procedimenti più delicati, quelli che imprimono una determinata fisionomia, e sono le parti di interesse scultoreo vero e proprio.
Appaiono dunque le uniche nella "confezione" del pastore di pertinenza di uno scultore, almeno per quanto riguarda gli esemplari che per il loro livello qualitativo si configurano come prototipi.


30) Francesco Viva, Testa maschile, f. e d. 1757,
Napoli, collezione privata

La descrizione delle varie fasi di lavorazione ci permette di seguire da vicino, in una bella pagina del Morazzoni, i passaggi che portano alla nascita di una testina di pastore con tutte le tecniche e gli accorgimenti che ne fanno un prodotto perfettamente compiuto, impreziosito da quella celebre patina oggi così difficile da imitare:
"Nell'argilla dunque rapidamente colla stecca vien plasmata la testa ed il busto, che, sottoposti alla prova del fuoco, sono tolti dalla fornace con una bella tinta arrossata caratteristica alle terrecotte.
I piccoli difetti di cottura facilmente riparano pochi colpi di finissima carta vetrata, di modo che la superficie da dipingere sia piana e perfettamente liscia.


31) Genzano, sigi. DPC, Testa femminile
Napoli, collezione privata

La testa viene allora immersa in leggerissima soluzione di acqua gommata e in seguito l'uniforme tinta della terracotta si fa scomparire sotto una duplice mano di colore ad olio il colore naturalmente varia di tonalità a secondo del sesso e del carattere che la figura deve rappresentare...
Per la Vergine, gli Angeli, le georgiane predomina il rosa pallidissimo con belle velature celesti, mentre assai più calda è la carnagione del Bambino; l'ocra, il rosso, la terra gialla bruciata serviranno per l'epidermide abbronzata dal sole dei pastori e dei contadini, e attraverso a numerose gradazioni, si arriverà al nero dei Mori.


32) Francesco Viva, Contadino caprese con pettiglia

Sottilissimo pennello tinto di bistro segnerà le ciglia; le labbra e le guance saran ravvivate dal cinabro sapientemente sfumato sulle gote Per la densità del colore, il pennello ha lasciato tracce visibili, che scompaiono per la paziente e delicata cura dell'artista; il quale prima che il colore sia completamente asciutto passa e ripassa un pennello bagnato d'acqua sulla superficie dipinta, sino a che questa non appaia perfettamente liscia; attende che si asciughi e finalmente strofina leggermente con pannolino, e ne ottiene il lucido..."

(G. MORAZZONI, Il Presepe Napoletano in Dedalo, II, 1921-22).


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