Illustrato del 22-12-1979
IL PRESEPE A NAPOLI

Betlemme del Vesuvio
La scenografia del presepe nella storia della "teatralità" napoletana.

di FRANCO MANCINI

"Rappresentazione tridimensionale della Nascita di Gesù, che, realizzata con figure mobili ed elementi veristici (case, rocce, piante) e preparata per il Natale, vien tolta alla Purificazione; strettamente collegata alla storia del teatro in quanto tesa a rendere attuale e reale un avvenimento remoto per tempo e per luogo mediante una finzione di natura spettacolare".
Inizia così la voce Presepe inserita nell'Enciclopedia dello Spettacolo che, per sottolineare l'aspetto teatrale del fenomeno, prosegue rilevando come, esso abbia bisogno di una scenografia, di luci ed effetti (fuoco, notte, giorno), di un sonoro (canto degli angeli, belati, scrosci d'acqua), di attori (pastori), di un regista-costruttore e, ovviamente, del pubblico.


Giuseppe Sanmartino: Sacra Famiglia, Napoli, Collezione privata
Foto di Mimmo Iodice

A conferma della stretta affinità che unisce la rappresentazione presepiale al teatro vorremmo ricordare l'interessamento dimostrato da alcuni notabili del mondo dello spettacolo -il drammaturgo Michele Cuciniello, il pittore-scenografo Josè Maria Sert, il tenore Enrico Caruso- titolari di prestigiose raccolte di pastori napoletani.
Una scelta di nomi limitata a casi abbastanza recenti ma che, procedendo a ritroso nei secoli, diviene di gran lunga più folta grazie al contributo offerto sul piano creativo da artisti come Bernardo Buontalenti, Filippo Nicoletti, Matteo Engelbrecht, i quali portarono nella figurazione presepiale la loro esperienza di uomini di teatro.

Ma, anche a voler prescindere da queste significative presenze, una irrefutabile prova della matrice spettacolare del presepe viene dalle sue stesse origini radicate in quel singolare filone di teatro religioso sorto nell'Italia centrale sul finire dei Medioevo con le Laudi drammatiche e le Sacre rappresentazioni.
E' infatti noto come tali azioni liriche, ispirate ad episodi della vita e della Passione del Cristo, non di rado culminassero in un mistico raccoglimento intorno alla Nascita, raffigurata mediante immagini scolpite o dipinte.
La vasta risonanza avuta da questo genere, largamente sentita anche in Francia e nella penisola iberica, servì ad avviare il processo evolutivo della produzione presepiale che, mentre in Inghilterra, Cecoslovacchia, Russia si stabilizza nel teatro delle marionette, nelle regioni italiane, tra il XV ed il XVIV secolo, manifesta forme espressive diverse dipendenti dalle tradizioni artistiche locali.


Uno dei Presepi del Museo di San Martino
Foto di Rocco Pedicini

Una tappa, ancora nell'ambito della drammaturgia liturgica, fu segnata nel 1223 dal presepe francescano di Greccio che, con attori prescelti tra i contadini ed i pecorai della campagna umbra, trasferì l'azione dal chiuso della basilica all'aperto muovendo un primo passo verso un ambiente di taglio veristico. E quando le autorità ecclesiastiche furono costrette a proibire le Sacre rappresentazioni per gli arbitri e le scurrilità cui davano luogo, il deciso incremento della figurazione presepiale che ne conseguì propose, nei primi tempi, scenografie di stilizzato realismo.
Tuttavia, i prosciugati elementi scenici dei presepi quattro-cinquecenteschi, che con le loro scarne indicazioni ricordano lo schematismo del teatro elisabettiano -un albero per alludere ad una foresta, quattro travi sconnesse per rappresentare una capanna- non si discostano dagli schemi dei luoghi deputati.

Ma, ben presto, le indicazioni divengono più consistenti ed i riferimenti realistici più marcati: soprattutto ad opera dei figurinai abruzzesi gli sfondi acquistano maggiore concretezza e non mancano esempi in cui la struttura della scena medioevale appare radicalmente sconvolta
. Nel presepe di Leonessa, l'impianto a sviluppo orizzontale dei luoghi deputati cede al verticalismo di una composizione suddivisa in tre piani, destinati ad ospitare separatamente gli episodi della Nascita, dell'Annuncio e del Viaggio dei Re Magi
. In proposito va anche rilevato che, messo da parte ogni intento storicizzante, fin dall'inizio viene esclusa la presenza dei costumi orientali riservati soltanto alla Sacra Famiglia ed allo sfarzoso corteggio dei Maghi.

2 pagina