Edo Petrone Pironti Editore
tratto da: "Forse Napoli"

INCONTRO CON UN
PERCORSO PRESEPIALE CASALINGO -2-

Ed io rivado con il pensiero all'espressione napoletana "andiamo a farci una pizza" o ai buoni torroni che si mangiano il giorno della "festa" dei morti, ed ancora ai bavaglini, ai bicchieri d'acqua ed a piccole quantità di cibi che alcuni lasciano sulle inferriate, vicino ai freddi teschi di ferro delle Anime dei Purgatorio a via Tribunali.
Le discese portano spesso in grotte simili a quelle di tufo della collina di Posillipo, le attraversano, ma poi si aprono in vedute indimenticabili del mare, dove la vita è nata (Discesa della Gaiola, Trentaremi, Coroglio, Marechiaro…).

Dopo questi parziali sguardi su angolini da presepe andiamo in un'altra stanza e, sulla mensoletta di marmo posta sulla piastra del termosifone ci imbattiamo con le figure femminili del presepe.
Perché un posto di rilievo alle Pastore?
Perché donna è nascita, vita, colore, incontro, pace.
E tutto ciò vive nel presepe.

Ecco dunque la donna vicino al pozzo (altro elemento limite tra il visibile e l'invisibile), che raccoglie l'acqua come novella samaritana;
ecco quella che la trasporta in un'anfora comperata di una venditrice
e quella che lava i panni nel fiume, come facevano le levatrici dopo i parti domestici;
ed ancora la vecchina che nonostante l'età fila la lana (ricordo delle mitiche Parche?); poi vi sono le venditrici di pannocchie che ci rimandano al grano da cui nasce il pane, della vita
o le venditrici di uova, elemento cellulare generatore della vita;
e c'è, in un angolo, in piedi, la zingarella di colore scuro con in braccio un bimbo dalla carnagione chiara: forse la Sibilla Cumana che annuncia la nascita del bimbo-Cristo o il simbolo di ancestrali paure di "rapimenti".

Sulla stessa mensoletta vi è la Madonna-donna stesa sul lettino dopo che ha partorito: figura plastica elaborata da un artigiano di pastori che forse aveva visto quella Madonna-stesa in un dipinto di un allievo di scuola giottesca nell'abside di San Lorenzo Maggiore.

Vicino a questi personaggi. ecco, a sorpresa, una piccolissima scarpina sempre comperata a San Gregorio: è forse la magica scarpa della Madonna di Piedigrotta, che ci rimanda all'usanza napoletana di regalare bomboniere a forma di scarpetta o di preparare, dolci di identica forma.



Ora, su un'altra mensola più piccola. incontriamo le figure maschili, tutte accompagnate da una ridondante simbologia sessuale.
C'è il cacciatore con il fucile rivolto verso l'alto che spara ad un "uccello";
il pescatore che prende alla lenza un "pesciolino";
il soldato romano con la "lancia" in resta;
san Giuseppe falegname che si poggia sulla sua "mazzarella" (che non bisogna mai infastidire. secondo un detto popolare!);
poi vi è il pescivendolo che con la sua merce ben in vista ci ricorda il pranzo natalizio di tradizione napoletana, dove il capitone (segno maschile) e le vongole (segno femminile) sono immancabili e vi è pure il monaco della "cerca", che, forse frastornato dalle ricchezze della chiesa, ricerca la via della giustizia.